APP2 - morti viventi

17/07/2013

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Apple e il cimitero delle app zombie

 

La questione era evidente a tutti. Ma stavolta arriva la certificazione di un’azienda terza, che fornisce numeri precisi anche se relativi a qualche settimana fa. La Adeven, società di analisi, ha reso noto che su 888.856 applicazioni disponibili sull’App Store (attualmente sono più di 900mila) ben 579.001 sono completamente ignorate dagli utenti, incluse molte gratuite. Sono, in pratica delle vere e proprie app «zombie».

Così la torta di 10 miliardi di dollari che recentemente Apple ha dichiarato essere stata passata agli sviluppatori va suddivisa in realtà non tra tutti, ma tra circa 310.000 soggetti. In media fanno 32258 dollari circa a testa. Se però andiamo ad analizzare quanti di questi soggetti potranno realmente fare guadagni consistenti, vediamo che il loro numero scende vertiginosamente.

 

Secondo una recente ricerca di Distimo, per entrare nella top 50 delle app a pagamento per iPhone negli Usa (il mercato più importante), dobbiamo toccare almeno i 12.000 dollari di vendite al giorno, che salgono a circa 50mila dollari al giorno se vogliamo entrare nelle prime 10. In pratica, una stima prudentissima ci dice che nel 2013, solo negli Usa, una cinquantina di applicazioni per iPhone realizzeranno poco meno di un ventesimo del giro d’affari complessivo.

Se poi ci soffermiamo sul tipo di applicazioni che hanno successo, vediamo, utilizzando sempre i dati di Distimo, che, i maggiori ricavi vanno a settori come il gaming che, per contro ovviamente, sono anche quelli in cui è più difficile emergere. Se consideriamo sempre gli Usa e le app a pagamento per iPhone avremo bisogno infatti di 22.800 download al giorno per entrare tra le prime 25 app di gaming, che diventano solo 40 per quelle che si occupano di previsioni del tempo. Ma perché è così importante entrare in classifica? Se ci si riesce a posizionare bene, si diventa automaticamente più visibili e quindi si verrà più scaricati, venendo a far parte di un vero e proprio circolo virtuoso.

Le grandi case di software, ovviamente più note al grande pubblico, partono quindi con un vantaggio concorrenziale sui piccoli sviluppatori. Che chiedono alla Apple sempre più spesso di modificare il sistema di indicizzazione in modo tale di permettere a chiunque di emergere.

O quanto meno di riuscire a trovare un sistema per differenziare le app meritevoli da quelle mediocri o inutili, permettendo così loro di uscire dal popolatissimo recinto degli «zombie».